Falco Pellegrino (Falco peregrinus)
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Sottoregno: Eumetazoa
- Superphylum: Deuterostomia
- Phylum: Chordata
- Subphylum: Vertebrata
- Infraphylum: Gnathostomata
- Superclasse: Tetrapoda
- Classe: Aves
- Sottoclasse: Neornithes
- Superordine: Neognathae
- Ordine: Falconiformes
- Famiglia: Falconidae
- Sottofamiglia: Falconinae
- Genere: Falco
- Specie: F. peregrinus
Least Concearn (Minor Preoccupazione)
Descrizione – Identificazione
Il falco pellegrino (Falco peregrinus), grazie alle sue lunghe ali appuntite e alla sua coda, è il più grande falco del continente americano. Lo si può riconoscere grazie alla forma lunga e appuntita, dovuta alle lunghe penne remiganti. Analogamente a quanto avviene per molti altri uccelli rapaci, i maschi di falco pellegrino sono più piccoli delle femmine: le femmine sono solitamente più grandi del 15-20% e pesano circa il 40-50% in più dei maschi.
Ci sono 19 sottospecie di Falco peregrinus in tutto il mondo, che si differenziano anche fortemente per dimensioni e colore. Tratti che accomunano il falco pellegrino ad altri falchi sono le ali lunghe e affusolate e la coda corta e sottile. Nell’America settentrionale il falco pellegrino ha più o meno le stesse dimensioni del corvo: i maschi sono lunghi tra i 36 e i 49 cm, mentre le femmine sono lunghe tra i 45 e i 58 cm. L’apertura alare del falco pellegrino va dai 91 ai 112 cm, mentre il peso medio è sui 907 g.
I falchi pellegrini hanno le ali di colore blu-grigio e ardesia, presentano strisce nere sulla schiena e hanno il ventre pallido. Il viso è bianco con una striscia nera su ciascuna guancia. Gli occhi sono grandi e scuri. I giovani presentano tratti più marcati: tendono a essere più scuri e più marroni, con parti inferiori striate piuttosto che a strisce. Il piumaggio non subisce variazioni stagionali.
Distribuzione e Habitat
Il significato della parola “pellegrino” è molto chiaro: significa infatti “vagabondo”, “girovago”. Il falco pellegrino prende questo nome perché è uno degli uccelli selvatici più diffusi al mondo: lo troviamo infatti in tutti i continenti, con l’eccezione dell’Antartico e anche in diverse isole oceaniche. Non è presente invece nelle foreste pluviali e negli ambienti eccessivamente freddi e secchi.
In America settentrionale questi uccelli scelgono di nidificare in ambienti aperti con scogliere o grattacieli. Nidificano fino ad altezze di 3600 metri (ad esempio, sulle Montagne Rocciose degli Stati Uniti), così come lungo i fiumi, lungo le linee costiere e nelle città, dove gli edifici elevati sono adatti a ospitare i loro nidi e dove i piccioni costituiscono un’abbondante fonte di alimentazione.
Il Falco peregrinus oltre a essere uno degli uccelli più diffusi al mondo, è considerato in generale una delle più diffuse specie di vertebrati terrestri al mondo. La maggior parte delle popolazioni di falco pellegrino che si trovano nelle aree meridionali del Paleartico e nelle isole sono stanziali e non migrano.
Il falco pellegrino predilige gli habitat aperti, come praterie, tundra e campi. Sono più diffusi nella tundra e nelle aree costiere, più rari invece nelle regioni tropicali e sub-tropicali.
Comportamento
Il falco pellegrino è un uccello rapace diurno. Quando non è nella stagione di riproduzione, è principalmente un uccello solitario che si stabilisce in un territorio e lo difende.
La dimensione del territorio varia in base alla densità di risorse alimentari presenti in esso. Nelle aree più settentrionali, dove c’è la maggiore densità di falchi, la distanza tra i singoli nidi è in media tra i 3,3 e i 5,6 km. Il territorio che ogni falco occupa e difende ha un’estensione tra i 177 e i 1508 km quadrati. Sia i maschi, sia le femmine, cacciano regolarmente allontanandosi fino a 5 km dal loro nido o territorio.
I falchi pellegrini catturano gli uccelli di medie dimensioni in volo con rapide e spettacolari picchiate. In città sono molto abili a catturare i piccioni, mentre in altre aree si nutrono principalmente di uccelli marini e anatre. Spesso si accomodano su posatoi elevati in attesa della giusta opportunità per andare all’assalto della preda.
Il falco pellegrino è un uccello molto abile nel volo, la sua velocità media di crociera in volo varia dai 35,4 ai 53,1 km/h e aumenta fino a 107,8 km/h quando insegue una preda. Quando è in picchiata o si sta gettando su una preda con le ali chiuse, il falco pellegrino è stato registrato raggiungere in picchiata una velocità di 383 km/h.
Quando cacciano, questi falchi iniziano scrutando da un posatoio elevato oppure volando lentamente o planando ad alta quota. La picchiata inizia da circa 90 a circa 900 metri sopra la preda e termina o afferrando la preda o colpendola con i piedi abbastanza forte da stordirla o ucciderla; dopodiché prendono l’uccello e lo mordono attraverso il collo in modo da ucciderlo.
Esistono anche altri metodi di caccia utilizzati dal Falco peregrinus, tra cui l’inseguimento orizzontale, afferrare gli uccelli in mezzo a grandi stormi e, occasionalmente, anche la caccia a terra.
Richiamo e Verso
Verso Richiamo di allarme della femmina Verso di un esemplare giovane Richiami di richiesta dei nidiaceiMigrazione
Il falco pellegrino migra coprendo lunghe distanze tra i siti di nidificazione e le aree dove va a svernare. Le popolazioni di Falco peregrinus più settentrionali nidificano nella tundra in Alaska e Canada e d’inverno migrano verso l’Argentina e il Cile. Solitamente migrano verso le linee costiere oceaniche, lungo le rive dei laghi, lungo scogliere o catene montuose, o in mare.
Durante la migrazione e durante l’inverno, è possibile osservare il falco pellegrino in quasi ogni habitat aperto, con una predilezione per scogliere, distese fangose, coste e catene montuose.
Alimentazione
Il falco pellegrino preda quasi esclusivamente altri uccelli, che costituiscono una percentuale delle sue prede compresa tra il 77% e il 99%. I principali uccelli di cui si nutre appartengono alla famiglia dei Columbidi: tra questi troviamo la Tortora Luttuosa, la pernice bianca (Lagopus muta), gli urogalli, piccioni, uccelli limicoli, uccelli acquatici e piccoli uccelli canori. Il falco pellegrino si nutre anche di piccoli rettili e piccoli mammiferi, come ad esempio i pipistrelli, gli arvicolini (una sottofamiglia di roditori), scoiattoli e ratti.
Il falco pellegrino inizia la caccia da un posatoio elevato che gli consente di avere un buon punto di osservazione, come una scogliera o un albero molto alto, e spicca il volo una volta individuata la preda. Potrebbe comunque anche librarsi in volo per cercare attivamente delle prede. Nelle aree in cui il Falco Pellegrino si nutre di insetti, lucertole o mammiferi, lo vediamo cacciare camminando sul terreno.
Il falco pellegrino ha maggiori probabilità di successo nella cattura delle prede se parte da un punto elevato per effettuare la sua picchiata. Nonostante catturi la preda con gli artigli, il falco pellegrino generalmente la uccide con il becco rompendo le vertebre cervicali. La preda viene poi trasportata su un posatoio dove viene spiumata e mangiata, oppure conservata per essere consumata in seguito. I falchi possono mangiare le prede più piccole (come i pipistrelli) mentre sono in volo.
Riproduzione
I falchi pellegrini si uniscono in coppie monogame che spesso restano unite per diverse stagioni riproduttive. Sia i maschi, sia le femmine, dimostrano un forte attaccamento ai precedenti siti di nidificazione: questo spiega la monogamia che si protrae per diverse stagioni, che non deriva quindi da un legame affettivo tra i membri della coppia.
I maschi si mettono in mostra affacciandosi sui bordi del nido per attirare le femmine e per segnalare il possesso del nido ad altri falchi. Lo sviluppo di un legame di coppia si può osservare quando un maschio e una femmina si posano uno accanto all’altra, oppure quando si posano fianco a fianco sul bordo del nido.
Alcuni rituali di corteggiamento prevedono pigolii reciproci, il lisciarsi le penne a vicenda, mordicchiarsi i piedi o afferrarsi delicatamente il becco a vicenda. Prima di deporre le uova, la coppia si esibisce in spettacolari dimostrazioni di volo, che includono picchiate, curve strette, impennate e rotazioni durante la picchiata. Una volta che la coppia si è formata, i membri cominciano a cacciare insieme e la femmina comincia a richiedere cibo al maschio.
I falchi pellegrini si riproducono tra marzo e maggio, in base alla latitudine a cui si trovano. Le femmine solitamente depongono le uova a metà maggio, che si schiuderanno a metà giugno. Il Falco peregrinus depone un uovo ogni 48 ore, per un totale di uova che va da 2 a 6. Le uova vengono deposte in nidi elevati posizionati su scogliere, alberi o edifici, a volte costruiti da altri uccelli. Le uova si schiudono dopo circa 33-35 giorni.
I pulli imparano a volare a circa 35-42 giorni dalla nascita. Normalmente l’età adulta viene raggiunta a 3 anni: a questo punto i falchi sono in grado di riprodursi. Spesso le femmine maturano prima dei maschi.
Entrambi i genitori covano le uova e si prendono cura dei pulli, anche se generalmente le femmine di falco pellegrino si occupano della cova per più tempo rispetto ai maschi. I pulli vengono costantemente curati fino a 10 giorni di vita e restano dipendenti dai genitori anche diverse settimane dopo l’involo. Mano a mano che i giovani migliorano nel volo, i genitori insegnano a cacciare alla loro prole lasciando cadere le prede dall’alto: i giovani, quindi, imparano a inseguire e catturare queste prede già morte a mezz’aria.
I giovani nati all’interno di popolazioni migranti diventano indipendenti al momento della migrazione, solitamente 5-6 settimane dopo l’involo, mentre i giovani delle popolazioni non migranti restano dipendenti dai genitori per un periodo di tempo un po’ più lungo
Conservazione
Nonostante il falco pellegrino sia considerato come un uccello in cima alla catena alimentare, non è immune dai predatori: gli adulti possono essere uccisi da altri grandi uccelli predatori come il gufo della Virginia (Bubo virginianus), il girfalco (Falco rusticolus) e l’aquila reale (Aquila chrysaetos). I piccoli appena nati e i pulli possono essere cacciati da mammiferi predatori come gatti, orsi, ghiottoni e volpi, soprattutto se i nidi sono vicini a terra. Gli esseri umani prelevano le uova per la falconeria.
La popolazione di Falco peregrinus è tornata lentamente ad aumentare dopo il crollo avvenuto tra il 1950 e il 1970 a causa dell’avvelenamento dovuto al DDT, un crollo che ha interessato anche altre specie quali il gheppio americano (Falco sparverius). In quel periodo storico le popolazioni più orientali erano state eradicate e la specie era stata dichiarata in pericolo. A partire dal 1966 la popolazione si è stabilizzata, in base ai dati forniti dal North American Breeding Bird Survey.
Partners in Flight stima che la popolazione globale di falco pellegrino si assesti sulle 140.000 unità, di cui il 17% trascorre parte dell’anno negli Stati Uniti, il 5% in Canada e il 5% in Messico. Il Falco peregrinus non è presente nella State of the Birds Watch List del 2016. Grazie all’abolizione dei pesticidi e agli sforzi fatti per ristabilire gli uccelli nelle aree orientali, la popolazione di falco pellegrino è nuovamente aumentata, tanto da venire rimossa dalla Endangered Species List nel 1999.
Nella Lista Rossa 2018 della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) il falco pellegrino è classificato come LC (Minor Preoccupazione).
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