Colibrì (Trochilidae)
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Phylum: Chordata
- Subphylum: Vertebrata
- Classe: Aves
- Sottoclasse: Neornithes
- Superordine: Neognathae
- Ordine: Apodiformes
- Famiglia: Trochilidae
Descrizione – Identificazione
I colibrì, appartenenti alla famiglia dei trochilidi (Trochilidae), sono piccoli, coloratissimi uccelli migratori dalle piume iridescenti, così agili da essere in grado di volare a destra, sinistra, su, giù, indietro, e anche a testa in giù. Essi sono anche gli unici uccelli in grado di librarsi sul posto come un elicottero.
Hanno un becco lungo e affusolato che viene utilizzato per procurarsi il nettare dal centro di lunghi fiori tubolari. I piedi sono usati solo per appoggiarsi, non per saltare o camminare.
La misura media è di circa 8,9-10 cm e il peso di circa 3 grammi. Il più piccolo tra tutti è il colibrì di Elena (Mellisuga helenae) che, con una lunghezza di soli 5 cm e un peso che varia tra gli 1,8 e i 2 grammi, è il più piccolo uccello del mondo. Il colibrì più grande è invece il colibrì gigante (Patagona gigas) del Sud America, misura circa 20 centimetri di lunghezza e pesa circa 20 grammi.
Nella maggior parte delle specie, le femmine hanno dimensioni fino al 25% maggiori rispetto ai maschi, e i becchi tendono ad essere un po’ più a lunghi.
Specie di Colibrì
Esistono molti tipi o specie di colibrì nel mondo e si è in possesso di informazioni su 356 di essi.
Tra le specie più comuni troviamo:
- Colibrì di Allen (Selasphorus sasin)
- Colibrì di Anna (Calypte anna)
- Colibrì Berilo (Amazilia beryllina)
- Colibrì Golanera (Archilochus alexandri)
- Colibrì Gola Blu (Lampornis clemenciae)
- Colibrì Becco Largo (Cynanthus latirostris)
- Colibrì Coda Larga (Selasphorus platycercus)
- Colibrì Panciacamoscio (Amazilia yucatanensis)
- Colibrì di Costa (Calypte costae)
- Colibrì Luciferino (Calothorax lucifer)
- Colibrì Magnifico (Eugenes fulgens)
- Colibrì Golarubino (Archilochus colubris)
- Colibrì Rossiccio (Selasphorus rufus)
- Colibrì Capoviola (Amazilia violiceps)
- Colibrì di Xantus (Hylocharis xantusii)
Esiste anche una mutazione molto rara che può verificarsi in qualsiasi specie, chiamata colibrì albino, il quale nasce fondamentalmente con il piumaggio privo di qualsiasi colore.
La maggior parte di questi uccelli vive in America Centrale e America Meridionale. I loro colori possono variare ampiamente dal semplice marrone al rosso, blu, verde e viola brillanti.
Il colibrì di Allen e il colibrì rossiccio sono molto simili ed è estremamente difficile distinguerli. La più grande differenza tra questi due uccelli è il luogo in cui vivono. Il primo passa l’estate sulla costa occidentale del Nord America, di solito in California; dopodiché tornerà indietro verso la costa centrale e lungo la costa pacifica del Messico per passare l’inverno. Il rossiccio invece viaggia attraverso la California settentrionale, il Canada e l’Alaska meridionale, dopodiché vola indietro per più di 3000 chilometri fino alle aree boschive del Messico, dove passerà l’inverno.
Il colibrì di Anna è molto interessante in quanto è l’unico con una corona rossa. La maggior parte di loro vive per tutto l’anno in Canada, ma qualcuno segue le migrazioni di altri tipi di colibrì. Quelli che rimangono in Canada solito possono essere visti svernare sull’isola di Vancouver in British Columbia.
Il colibrì di Costa vive nel Sud-Ovest degli Stati Uniti e nella Bassa California. Gli esemplari maschi di questo uccellino sono noti per il loro “cappuccio” e gola di color viola estremamente vivace. I maschi hanno colori così vivaci che quasi brillano.
Il colibrì golarubino trascorre l’estate negli Stati Uniti e nel Canada, prevalentemente ad Est del fiume Mississippi. Qui si accoppierà e crescerà i suoi pulli, dopodiché tornerà in America Centrale per passare l’Inverno. Prende il nome dalla bella colorazione rubino lungo la gola, caratteristica per cui viene solitamente ammirato.
Tutti i tipi di colibrì generalmente condividono le stesse caratteristiche di base. Possono tutti librarsi e volare all’indietro. Crescono i loro pulli in nidi molto piccoli e ben camuffati, di solito a forma di una coppa o di un cono. Tutti gli esemplari tendono a cinguettare, piuttosto che cantare. Amano mangiare piccoli insetti e ragni e si gustano volentieri un buon fiore pieno di nettare.
Distribuzione e Habitat
L’unico habitat naturale dei colibrì è in America, si estende dall’Alaska fino al Cile, ma la maggior parte preferisce gli habitat nel centro e Sud America e rimangono lì tutto l’anno, solo alcuni di essi ogni anno viaggiano verso nord.
Molti di essi amano habitat di aree boschive e forestali, ricchi sia di fiori che di prati e praterie, ma un buon numero di questi uccelli vive abbastanza bene anche nelle grandi città, zone fredde, zone calde, luoghi esposti a nevicate e ambienti desertici.
I loro habitat sono compresi in una varietà di altitudini, che variano tra il livello del mare e 4300 metri sopra di esso, nelle Ande.
Il golarubino generalmente passa l’estate ad est del fiume Mississippi, mentre il colibrì di Allen rimane per lo più nella costa ovest della California. Il rossiccio vola invece a Nord fino a giungere in Alaska, mentre quello di Anna migra in Canada.
Migrazione
La migrazione dei colibrì è un fenomeno incredibile poiché molti di essi hanno una grande varietà di percorsi attraverso cui si spostano da un habitat all’altro. Questi piccoli uccelli possono volare lontano e velocemente. Alcune specie migrano ogni primavera e ogni autunno.
Si ritiene che siano molto sensibili ai cambiamenti nella luce del giorno e alla diminuzione annuale del numero di insetti e fiori prima della migrazione. Si ritiene inoltre che avvenga una trasformazione chimica che spinge i piccoli colibrì a migrare. Alcuni affermano che questi uccelli seguono le piante in fiore, altri invece affermano che seguono gli sciami di insetti, ma queste sono solo speculazioni. Non vi è ancora nessun dato che spieghi con certezza il motivo delle loro migrazioni.
Ogni volta che la migrazione sta per iniziare, questi piccoli uccelli hanno bisogno di mangiare una grande quantità di insetti e nettare per accumulare grasso, fino ad aumentare del 25-40% il loro peso corporeo prima di iniziare gli spostamenti. Se un uccello più grande aumentasse di così tanto il suo peso, non sarebbe più in grado di spiccare il volo.
Anche quando migrano lungo gli stessi percorsi, i colibrì volano soli: sono come degli automobilisti che viaggiano tutti lungo la stessa superstrada e nella stessa direzione, ma che si dirigono ognuno verso la propria casa. Questo comportamento è dovuto a diverse ragioni. Prima di tutto, questi uccelli sono così piccoli che la maggior parte dei predatori ha difficoltà vederli, se tutti si accalcassero insieme, sarebbero un bersaglio più grande e più facilmente rilevabile. Inoltre, un colibrì deve fermarsi spesso per alimentarsi anche durante la migrazione, se dovessero ritrovarsi tutti in fila dietro a pochi fiori sarebbe problematico. Infine durante il volo, non vi è abbastanza massa corporea per creare una scia nelle correnti d’aria per gli altri uccelli.
Quando i colibrì stanno migrando non volano troppo in alto, di solito li si possono vedere appena sopra le cime degli alberi o che quasi sfiorano le superfici dei corsi d’acqua. Si pensa che adottino questo comportamento per non farsi sfuggire eventuali fonti di cibo durante il loro lungo viaggio. Inoltre tendono a volare durante il giorno e dormire durante la notte.
Mentre i golarubino stanno volando sopra il Golfo del Messico durante la migrazione, non hanno nessun posto in cui atterrare o dormire, di conseguenza devono continuare a volare. Pescatori e lavoratori delle piattaforme petrolifere hanno segnalato stormi di colibrì sfrecciare a più di 300 km dalla costa, in genere volando bassi sopra l’acqua. I lavoratori iniziarono a notare una ricorrenza annua di questo evento, registrando le rotte di migrazione comuni intraprese dal golarubino. È impressionante pensare che questi piccoli e teneri uccellini, per raggiungere il loro territorio di accoppiamento preferito, siano in grado di volare per più di 20 ore di seguito, attraversando oltre 700 km di acqua, con un vento contrario di oltre 30 km/h.
Esistono anche altre ostacoli che questi uccelli devono affrontare durante la migrazione, come ad esempio il deserto del Mojave. Ci sono rapporti occasionali di Colibrì Rossicci caduti dal cielo sulla rotta di migrazione da e verso l’Alaska.
Per aiutarsi a superare i tanti ostacoli, questi uccelli cercano di sfruttare il vento a proprio vantaggio ogni volta che ne hanno l’occasione. Ricerche effettuate nei Monti Appalachi della Pennsylvania hanno appurato che i colibrì migrano in grandi numeri quando il vento soffia nella direzione in cui vogliono andare, specialmente quando è forte.
I colibrì migrano a nord in primavera, iniziano ad arrivare a febbraio nel sud degli Stati Uniti e a maggio arrivano fino all’Alaska. Successivamente quando arriva l’autunno migrano a sud verso il Messico e l’America Centrale, da agosto fino a ottobre.
Al contrario di quanto dice un mito comune, questi uccelli non migrano sulla schiena delle oche che, tra l’altro, hanno percorsi di migrazione e bisogni differenti.
Le migrazioni durano un periodo variabile da una a quattro settimane, con una media di 30-40 chilometri al giorno. Durante questo periodo passano la maggior parte del tempo volando, facendo qualche pausa per nutrirsi e dormire.
La prima cosa che faranno al momento dell’arrivo a destinazione è assimilare grassi. I maschi si stabiliranno nel loro territorio e inizieranno a cantare per le femmine che, a loro volta, cercheranno il miglior esemplare maschile e un luogo ideale per nidificare.
Comportamento
I colibrì sono uccelli estremamente intelligenti. Il loro cervello, in rapporto alle dimensioni del corpo, è il più grande di qualsiasi altro uccello. Hanno una memoria eccezionale, conoscono ogni fiore sul loro territorio e quanto tempo impiegheranno per ripristinarsi, nonché la posizione, anno per anno, delle mangiatoie costruite dall’uomo nel loro territorio e nelle rotte di migrazione.
Gli esemplari femminili sono stati osservati mentre guardavano attentamente le femmine più vecchie costruire un nido, in modo da imparare tecniche e trucchi (ed eventualmente rubare un po’ di materiale). Imparano anche quali umani sono i responsabili del riempimento degli alimentatori artificiali e quali no.
Questi uccelli non sono molto sociali e vivono una vita molto solitaria, riunendosi solo per accoppiarsi o condividere (con riluttanza) un alimentatore artificiale.
I colibrì si dividono in territori, ognuno dei quali viene scelto in base all’abbondanza di cibo, nettare e acqua. Molti di quelli appartenenti ai maschi hanno le dimensioni di circa un quarto acro. Le femmine definiscono i loro territori attraverso i nidi che costruiscono. Entrambi i sessi proteggono ferocemente queste aree.
I maschi sono molto aggressivi, dichiarano il loro territorio e scacciano qualunque maschio che si avvicina, così da eliminare la concorrenza per le femmine nella zona. Questa aggressività è di aiuto anche alle femmine che, per evitare che predatori vengano attirati vicino al nido dai colori vivaci dei maschi, non li lasciano avvicinare.
Quando si avvicinano uno all’altro, i colibrì emettono cinguettii di avvertimento. Sono conosciuti anche per scontrarsi a mezz’aria e addirittura incastrare i loro becchi mentre ruotano in circolo fino a che colpiscono il suolo. Generalmente quando questi uccellini combattono, al massimo perdono una piuma o due, ma in rare occasioni possono anche ferirsi l’un l’altro.
Questi uccellini non attaccano gli esseri umani, sono solo curiosi di vedere se hanno del cibo; si avvicinano molto alla gente poiché sanno di poter volare via abbastanza velocemente. In molte occasioni sono stati visti andare dritti verso la faccia di una persona, cinguettando e pretendendo che la mangiatoia venga riempita in fretta. In ogni caso, a prescindere da quanto possano essere coraggiosi, semplicemente non hanno la forza necessaria per ferire un essere umano.
Richiamo e Verso
Verso del colibrì di Allen Verso del colibrì di Anna Verso del colibrì beccolargo Richiamo del colibrì capoviola Battito d’aliAlimentazione
Con le ali che sbattono fino a 90 volte al secondo e il cuore che lavora con una frequenza di 1200 battiti al minuto, l’alimentazione dei colibrì dipende da nettare ricco di calorie: essi possono facilmente consumare il proprio peso corporeo in cibo ogni giorno. Uno studio ha descritto un esemplare di 3 grammi, bere 43 grammi di acqua zuccherata in un giorno, ben 14 volte il suo peso corporeo.
I ricercatori dapprima credevano che i canali tubiformi nella loro lingua risucchiassero i fluidi attraverso dei capillari, ma una nuova analisi ha mostrato che le loro lingue invece intrappolano il nettare arricciandosi intorno ad esso.
I ricercatori hanno a lungo creduto che l’azione capillare (il fenomeno che causa la salita del liquido lungo ai lati di un tubo stretto), permettesse di bere ad alta velocità. Questa idea è stata sostenuta dalla forma della lingua dei colibrì. C’era però un grosso problema con i modelli. La fisica dei capillari impone che i colibrì dovrebbero preferire un liquido con una concentrazione di zucchero di circa il 20-40%, dato che soluzioni più zuccherine sarebbero troppo dense per salire rapidamente, invece questi uccelli scelgono abitualmente fluidi con il doppio dei livelli di zucchero previsti.
Per scoprire come bevono i colibrì, Rico-Guevara e la collega Margaret Rubega costruirono fiori trasparenti che hanno permesso loro di registrare video ad alta velocità e alto ingrandimento delle lingue dei colibrì, che colpiscono il nettare fino a 20 volte al secondo. I video hanno mostrato che invece di risucchiare semplicemente il liquido, i tubi della lingua si aprono ai lati quando colpiscono il nettare, quando poi la lingua torna indietro i tubi si richiudono a cerniera, portando il nettare dentro al becco.
Dato che la lingua dei colibrì è così efficiente, i ricercatori sono convinti che dagli studi che ne derivano, potrebbero trarne beneficio anche i campi dell’elettronica e della robotica.
Crediti: nationalgeographic.com
Crediti: nationalgeographic.com
Riproduzione
Per comunicare alle femmine nel suo territorio che è pronto per accoppiarsi, un colibrì maschio gonfia il petto e la gola per mostrare le sue bellissime piume e poi scuote la testa da un lato all’altro in modo che le piume riflettano la luce. Quando si muovono in questo modo, sembra che ballino ad una canzone che è solo nella loro testa.
Come anche i machi di tante altre specie, anche quelli del colibrì si esibiscono in una danza di accoppiamento, nel tentativo di attirare l’attenzione delle femmine. Il maschio vola giù proprio di fronte ad una femmina che sta appollaiata, terrà la coda tesa e il corpo disteso in modo che la femmina possa vedere ogni sua parte. Dopodiché volerà rapidamente avanti e indietro davanti ad essa per mostrare quanto è forte e agile. Occasionalmente questa danza viene eseguita anche dalle femmine.
Un altro modo in cui un maschio mette in mostra la sua magnificenza, è quello di esibirsi in quello che viene chiamato un “tuffo di corteggiamento“: il maschio vola fino a circa 18 metri di altezza, dopodiché scende in picchiata il più velocemente possibile. Durante la discesa verso il basso, il colibrì emette dei suoni ronzanti, scoppiettanti e fischianti. Quando arriva a circa 5 centimetri appena sopra la femmina, il colibrì disegna un rapido arco in volo risalendo di altri 18 metri per ripetere l’esibizione altre tre o quattro volte, sperando di ottenere l’attenzione della femmina che ha puntato o di altre femmine nell’area circostante.
Lo scopo di questa esibizione è anche quella di segnalare agli altri esemplari maschili che questo è il suo territorio. Un altro utilizzo di questa tecnica è quello di inseguire uccelli predatori quali le ghiandaie, i corvi o anche i falchi; altri colibrì potrebbero unirsi all’attacco fino a che l’uccello intruso non si stanca e si allontana.
Quando le femmine sono pronte ad accoppiarsi e hanno accettato un partner, si posano su un ramo aprendo le penne della coda a ventaglio, a questo punto l’accoppiamento potrà avere luogo.
Alcuni tipi di colibrì maschi si riuniscono in gruppo (anche 100 esemplari) e cantano per le femmine. Se una di esse si dimostra interessata a un maschio , questo danzerà per lei. Nel caso in cui la danza venga apprezzata, i due si accoppieranno.
L’accoppiamento dura solo per circa quattro secondi. Successivamente, i due uccelli si lasciano per perseguire altri interessi. La femmina costruirà un nido e alleverà i pulli, mentre il maschio inizierà a cercare un’altra compagna.
Conservazione
Storicamente i colibrì sono stati uccisi per le loro piume, mentre oggi si trovano ad affrontare minacce diverse ma ugualmente devastanti.
Gli animali predatori sono un grosso problema per i colibrì, primi fra tutti i gatti che, poiché questi uccelli sono in grado di muoversi rapidamente, amano inseguirli. Ma dal momento che non rappresentano un pasto particolarmente abbondante, di solito si limitano a colpirli a morte. Le ghiandaie, i corvi, i roadrunner e gli scoiattoli sono noti per mangiare sia le uova che i pulli. Anche i falchi sono stati segnalati come possibili predatori.
Pesci, rane, serpenti e lucertole sono conosciuti per afferrare i colibrì che volano basso e farne un buon pasto. Tra le minacce animali abbiamo anche i grandi insetti come le libellule, mantidi religiose e gli asilidi (“mosche predatrici”), che sono stati visti inseguire e colpire i colibrì. Anche i grandi ragni possono catturarne uno, intrappolandolo nelle loro ragnatele. Infine vi sono le formiche, le quali invadono i nidi e mangiano le uova o addirittura i pulli.
La maggior parte della gente pensa ai colibrì come piccole creature leggiadre, tuttavia si scontrano contro vari oggetti più spesso di quanto si possa pensare. Possono volare contro finestre, muri, alberi, automobili e via dicendo. Molte volte riescono a volare via senza alcun problema, altre volte invece possono rimanere storditi e richiederanno un pronto soccorso o addirittura di essere uccisi per porre fine alle sofferenze. In alcuni casi rimangono intrappolati dentro una struttura o, a causa dei loro piccoli becchi, in una zanzariera; quando ciò succede, se non vengono rimossi in tempo muoiono di fame.
Il cambiamento della temperatura della Terra dovuto al mutamento climatico sta incidendo sulle rotte migratorie dei colibrì, facendo sì che diverse specie vengano avvistate in luoghi ben distanti da quelli frequentati abitualmente, e dove potrebbero avere maggiori difficoltà a trovare cibo.
La più grande minaccia per questi uccelli è però rappresentata dalla perdita e distruzione dei loro habitat naturali.
Poiché i colibrì spesso si adattano ad un habitat unico, molte specie sono attualmente segnalate come VU (Vulnerabile) o EN (In Pericolo) dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Per dettagli sullo stato di conservazione di ogni singola specie di colibrì, visita il sito della Lista Rossa e nel campo di ricerca scrivi “Trochilidae”.
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