Come vive l’inseparabile facciarosa in natura
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Phylum: Chordata
- Classe: Aves
- Ordine: Psittaciformes
- Famiglia: Psittaculidae
- Sottofamiglia: Agapornithinae
- Genere: Agapornis
- Specie: A. roseicollis
Least Concern (Minor Preoccupazione)
Habitat e distribuzione
L’inseparabile alinere è nativo delle zone montagnose e si è adattato a climi più freddi; si trovano in Africa nel Sud dell’Eritrea e sugli altopiani del Sud-Ovest dell’Etiopia.
Gli habitat degli inseparabili alinere si trovano tra i 1600 e i 3800 m negli altopiani associati a foreste montane, mentre a quote più basse nelle savane erbose e nei boschi di acacia, Combretum e Hypericum; sono stati visti anche in aree coltivate e qualche area urbanizzata.
Comportamento
In natura gli inseparabili alinere sono visti in piccoli stormi composti da 4-20 pappagalli; tra le varie specie di inseparabili questi sono quelli meno attratti dalle persone e dalle aree con insediamenti umani.
La loro dieta naturale è abbastanza varia: essi si nutrono di vari piccoli semi, specialmente erbe della savana. In particolare vanno alla ricerca di frutti di bosco e altri tipi di frutta, con una particolare predizione per il fico sicomoro; gli inseparabili alinere si nutrono inoltre abbondantemente di bacche di ginepro, che in grandi quantità sono velenose per alcuni uccelli e mammiferi.
Riproduzione
La stagione riproduttiva dell’inseparabile alinere nel suo habitat naturale è stata registrata iniziare ad aprile e proseguire fino a settembre, tuttavia a volte sono stati trovati nidi con le uova già a marzo e pulcini nati anche dopo l’inizio di novembre.
Il rituale di accoppiamento degli inseparabili alinere è molto interessante: il maschio salta sopra e attorno alla femmina, scuotendo il corpo e di grattandosi la testa per suscitare interesse; una volta che la femmina è soddisfatta fa sapere al maschio che desidera essere nutrita, esso quindi rigurgita nella bocca della femmina il cibo che aveva tenuto da parte.
L’area di nidificazione viene scelta dalla femmina: potrebbe trattarsi della fessura in una roccia, del ramo morto di un albero o di una cavità nel suo tronco. Al di fuori della stagione riproduttiva questi inseparabili in genere utilizzano l’area di nidificazione scelta come posatoio per molti anni.
Durante la stagione riproduttiva gli inseparabili alinere sono molto territoriali e protettivi nei confronti della loro area di nidificazione, che difenderanno vigorosamente dalle altre coppie o da eventuali intrusi, se necessario fino alla morte.
Questi pappagallini non sono grandi costruttori di nidi e, di solito, non li creano con molti substrati. Tra i materiali che li compongono troviamo fili d’erba, corteccia, foglie e le piume del petto della femmina.
Una covata media è composta da 2 o 4 uova bianche (raramente 5) e la femmina può iniziare a covare dopo che è stato deposto il primo o il secondo uovo. Il periodo di incubazione è di circa 23-25 giorni e il giovane lascia il nido circa 45 giorni dopo la schiusa.
I pulcini appena nati sono ricoperti da una fine peluria grigio-bianca, che diventerà rapidamente più fitta man mano che crescono; a circa sette settimane hanno sviluppato completamente il piumaggio e sono pronti a lasciare il nido. Dopo l’involo i giovani pappagalli rimangono vicini ai genitori, che continueranno a dar loro da mangiare per diverse settimane.
In natura, gli inseparabili alinere hanno un buon rapporto con la loro prole e formano dei nuclei familiari con loro. I giovani nati negli anni precedenti spesso aiutano i loro genitori a prendersi cura delle generazioni successive.
Conservazione
Gli inseparabili alinere vengono catturati per il commercio degli uccelli locali e, in quanto considerati come parassiti minori delle colture, possono essere bersaglio di agenti chimici utilizzati contro gli uccelli.
La popolazione mondiale di questa specie non è stata calcolata, ma nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) è considerata come LC (Minor Preoccupazione). L’inseparabile alinere è inoltre protetto dall’Appendice II della CITES.
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