Differenze nella dieta per Amazzoni, Are e Conuri
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Errori Comuni
Nell’avicoltura c’è la tendenza a utilizzare un solo tipo di dieta per tutte le specie di pappagalli, facendo lievi modifiche soltanto quando viene ritenuto della massima importanza: un esempio di questo è dare un po’ di noccioline alle specie più grandi di Ara. Nell’alimentazione dei pappagalli, quest’abitudine tende a far nascere diete troppo ricche di grassi per alcuni tipi di uccelli che diventano obesi con facilità (come il cacatua rosa (Eolophus roseicapilla) o le amazzoni). Per altre specie, ad esempio le are, queste diete non soddisfano invece la richiesta di un alto contenuto di grassi, per loro necessari. La dieta standard, inoltre, spesso non riesce a tenere in considerazione le esigenze alimentari di fibre o di vitamina A di specie come il pappagallo ecletto (Eclectus roratus).
Ciò suggerisce che un solo tipo di dieta, anche quella per pappagalli a base di estrusi, ampiamente utilizzata negli Stati Uniti e sempre più popolare anche all’estero, non può soddisfare i bisogni alimentari di tutti i pappagalli che si nutrono di semi. Per garantire la salute ottimale degli uccelli e per far crescere l’allevamento, l’avicoltore deve essere pronto a variare la dieta in base alle specie, proponendo un mix di diete o alternativamente specializzandosi in un solo gruppo di uccelli con una dieta omogenea.
Dieta delle Amazzoni
Le amazzoni tendono a diventare obese se seguono una dieta ricca di grassi. L’obesità colpisce la salute generale del pappagallo e la riproduzione dello stesso. La dieta delle Amazzoni deve contenere piccole quantità di semi ricchi di grassi, come i semi di girasole e di cartamo, non deve contenere noccioline e deve presentare una grande varietà di piccoli semi. Per questo tipo di pappagalli si consigliano alcune delle diete commerciali per calopsiti o conuri, che hanno piccole quantità di semi di girasole e di cartamo. Anche gli estrusi possono andare bene. I semi o gli estrusi dovrebbero idealmente costituire non più dell’80% della dieta. Se i pappagalli sono alimentati solo con semi, questi non dovrebbero superare il 60% della dieta: il resto dovrebbe essere composto da frutta e verdura.
Spesso si commettono degli errori nell’approccio alle verdure: mentre i pappagalli in natura consumano frutta e verdura quando è ancora verde e, quindi, a basso contenuto di zuccheri, la maggior parte della frutta che si trova in commercio è molto dolce, in modo da risultare gradevole al palato umano. Questo si può notare facilmente confrontando una mela del supermercato con una mela selvatica, che avrà un sapore più amaro e astringente. La frutta dovrebbe costituire al massimo il 10% della dieta dei pappagalli. Quando disponibili, frutti tropicali come guava, mango e papaia dovrebbero essere preferiti alla frutta che cresce in climi temperati. Quando invece non lo sono o hanno un costo proibitivo, si possono selezionare frutti con un basso contenuto di zuccheri. Da evitare la canna da zucchero, che fondamentalmente è zucchero allo stato grezzo.
Per quanto riguarda le verdure, è bene selezionare quelle ricche di fibre e beta-carotene. Tra queste troviamo zucca, patate dolci e carote, che dovrebbe essere cotto a vapore per rendere il beta-carotene più assimilabile dal punto di vista nutrizionale. Anche barbabietole e broccoli possono essere facilmente assimilati dopo essere stati cotti a vapore. Possono essere aggiunti alla dieta anche peperoncini, piselli, zucchine e molte altre verdure, così come legumi bolliti e germogli di semi, che sono ottimi per questi uccelli. I germogli dei semi di girasole e di cartamo sono in grado di convertire il grasso in energia e, quindi, aiutano a evitare problemi di obesità.
Se si opta per l’utilizzo dei germogli di semi, occorre prestare attenzione alla crescita batterica: per scoraggiare fioriture batteriche nei germogli, occorre procedere con un’accurata pulizia dei semi con abbondante acqua ed estratto di semi di pompelmo o aceto di sidro di mele. Anche le cosiddette “erbacce” come il dente di leone e la piantaggine sono ottime per la dieta, se non trattate con pesticidi. Pure gli spinaci fanno bene, ma non devono essere dati più di tre volte alla settimana a causa dell’acido ossalico, che va a inficiare l’assorbimento del calcio. Infine vi sono verdure come il cetriolo che non hanno praticamente alcuna sostanza nutritiva, e che quindi non dovrebbero rientrare nella dieta dei pappagalli.
Dieta delle are e dei conuri
Le are e i conuri hanno molte affinità e possono essere alimentati sia con estrusi sia con una dieta di semi. Una differenza sta nel fatto che le are più grandi necessitano di un maggiore quantitativo di grassi rispetto alle are più piccole o ai conuri. La loro dieta deve quindi essere integrata con noci, noci di cocco possibilmente fresche quando disponibili, oppure con piccoli panini di pane integrale con burro di noci. Questi panini vengono utilizzati soprattutto in quei periodi dell’anno in cui le noci sono più difficili da trovare, ma anche per variare la dieta.
Are e conuri, così come le amazzoni, dovrebbero nutrirsi anche di frutta e verdura. Si possono dare loro anche pasta integrale o riso integrale, mescolati con verdure e legumi bolliti. Tra i legumi sono consigliati in particolare i ceci e i fagioli borlotti. Questa mistura è facilmente commestibile per tutti i pappagalli, ma occorre prestare attenzione perché può contribuire all’obesità nelle Amazzoni.
Per la dieta delle are si consiglia di predisporre una dieta composta per il 55% da estrusi, per il 20% da semi e noci e per il restante da un misto di verdure, cibi cotti e frutta, in questo ordine di quantità. Invece la dieta dei conuri composta per circa il 70% da estrusi e il resto da frutta e verdura, con una somministrazione settimanale di alimenti trasformati. Gli estrusi non dovrebbero essere l’unica fonte di alimentazione per nessuna specie di pappagallo.
Arricchimenti
Oltre al cibo si dovrebbero mettere a disposizione di tutti gli uccelli anche arricchimenti della dieta e dell’ambiente, che possono comprendere baccelli, semi di palma, rami freschi. Questo è molto importante psicologicamente perché arricchisce la dieta e permette la continuazione del naturale comportamento di foraggiamento anche in cattività.