Capire come si comportano i pappagalli e perché
I pappagalli sono animali domestici?
Come prima cosa è meglio fare chiarezza su questo punto, dato che c’è molta confusione. I pappagalli sono animali domestici o selvatici? La risposta a questa domanda è che i pappagalli sono animali selvatici, anche se vengono spesso tenuti come animali da compagnia. Vediamo insieme il perché e cosa questo comporta.
I pappagalli differiscono notevolmente da altri animali che consideriamo animali domestici: anche se molti pappagalli tenuti come pet lo possono sembrare, essi non sono animali domestici, sono semplicemente animali selvatici addomesticati; gli istinti naturali di un pappagallo rimangono sempre ben intatti nonostante possano essere addestrati dall’uomo.
Qualsiasi pappagallo incontrato in un ambiente domestico è identico alla sua controparte in natura. Il vero domesticamento richiede un cambiamento delle condizioni ambientali di una specie di animale per molte, molte generazioni, tanto che rendere una specie domestica richiede un processo di centinaia se non migliaia di anni.
Gli esseri umani possedevano cani e gatti addomesticati già molto tempo prima Cristo, mentre l’interesse comune di tenere i pappagalli come animali da compagnia risale al massimo a soli 150 anni. Prima del 1900, le uniche persone in grado di possedere un pappagallo erano ricchi cacciatore o mercanti esotici di qualche tipo.
Il modo in cui la maggior parte delle persone tengono i pappagalli come animali domestici è contrario all’evoluzione naturale della specie. I pappagalli in natura sono delle prede e non sono per niente adattati a gestire lo stress da soli, per questo motivo chi possiede un pappagallo si imbatte spesso in problemi comportamentali che non capisce o non sa come risolvere. Far parte di uno stormo conferisce sicurezza e identità a molte specie di uccelli, privare un animale simile di questa sicurezza e tenerlo da solo, lo spoglia di tutti i suoi meccanismi di coping. A chi decide di tenere un pappagallo in casa è consigliato infatti di prendere invece almeno una coppia, oltre che ovviamente di informarsi adeguatamente (prima di prenderli!) sui bisogni di questi uccelli esotici.
Lo stormo rappresenta anche l’intero senso di identità di un uccello. Potresti chiamare il tuo pappagallo Polly, ma lui non si identificherà come Polly: si sentirà piuttosto una parte di un insieme più grande, uno stormo; i pappagalli non pensano a sé come individui, ma piuttosto si definiscono per le loro affiliazioni ad un gruppo o a uno stormo. Comprare un singolo pappagallo, portarlo a casa, metterlo isolato in una piccola gabbia e fissarlo con i nostri due occhi da predatore, causerà al pappagallo un’ansia ingestibile, risultando spesso in un pappagallo che morde, urla, è aggressivo o, in casi estremi, si strappa le penne; l’autodeplumazione è un comportamento che non si verifica mai in natura, è una reazione all’estremo stress a cui certi pappagalli vengono sottoposti da umani che li trattano come se fossero animali domestici come cani e gatti.
A questo punto sorge spontanea la domanda: “se i pappagalli sono così mal adattati per stare in un ambiente domestico, perché li teniamo come animali da compagnia?” Fortunatamente ci sono anche possessori di pappagalli che si sono ben informati sui bisogni della specie e sanno creare una relazione sana con questi animali. Per questi pappagalli la famiglia di umani diventa il loro stormo e se è presente la figura di un leader sicuro di sé e benevolo, il pappagallo sarà naturalmente incline a legarsi con quell’individuo. Come anche i cani, i pappagalli sono costretti a osservare la gerarchia, nel caso non dovesse crearsi una esplicita “catena di comando” o una “figura alfa”, il pappagallo diventerà sicuramente difficile da gestire.
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