Come vive la calopsitta in natura
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Sottoregno: Eumetazoa
- Superphylum: Deuterostomia
- Phylum: Chordata
- Subphylum: Vertebrata
- Superclasse: Tetrapoda
- Classe: Aves
- Sottordine: Psittaciformes
- Famiglia: Cacatuidae
- Genere: Nymphicus
- Specie: N. hollandicus
Least Concearn (Minor Preoccupazione)
Habitat e distribuzione
La calopsitta è un pappagallo nativo del continente australiano: è ampiamente diffusa in tutto il territorio, presentando popolazioni più numerose nelle aree sud-occidentali. Si trova anche in Tasmania, ma sembra che sia stata introdotta nell’isola accidentalmente.
Questi pappagalli, che prediligono le aree interne dell’Australia rispetto a quelle costiere, tendono ad aggregarsi vicino a fonti d’acqua e preferiscono i territori aperti rispetto alle fitte foreste. Per questo motivo è più facile osservare stormi di calopsite nelle aree boschive aperte e attraversate da corsi d’acqua, nonché nelle savane confinanti con pozze d’acqua.
La calopsitta è un pappagallo generalmente nomade che predilige i semi di acacia a qualunque altra fonte di alimentazione: per questo motivo le calopsite popolano le aree ricche di arbusti di acacia.
Le calopsite seguono rotte di migrazione prevedibili nell’Australia meridionale, dove le condizioni meteorologiche sono più regolari. In quest’area le calopsite si muovono in stormi che vanno dai cento ai mille pappagalli.
Nel proprio habitat la calopsita è in grado di sopportare importanti variazioni di temperatura nell’arco dell’anno, che passano dai 4,5°C dell’inverno agli oltre 43°C dell’estate.
La calopsitta nidifica nelle grandi cavità degli alberi, principalmente nelle cavità degli eucalipti morti. I siti di nidificazione vengono generalmente costruiti vicino a fonti d’acqua, solitamente a 1-2 metri da terra.
Comportamento
Le calopsite sono pappagalli estremamente sociali, stabiliscono legami di coppia nella fase iniziale della riproduzione e di solito foraggiano e si spostano insieme in gruppi di diversi uccelli o in grandi stormi che arrivano a contare fino a diverse migliaia di pappagalli.
I modelli migratori sono specifici a seconda dell’area in cui si trovano. Nelle zone con climi più umidi dell’Australia del nord sono presenti più popolazioni nomadi, che si spostano continuamente per trovare acqua fresca e cibo, mentre il clima dell’Australia del sud offre maggiore prevedibilità, di conseguenza le calopsite che vivono in queste aree migrano stagionalmente in stormi.
Il piumaggio, oltre ad avere una funzione dedita al volo, ha anche il compito di conservare il calore del corpo; la calopsita infatti deve mantenere la temperatura corporea interna al di sopra dei 38°C. Le penne esterne sono impermeabili: ciò è possibile grazie al procedimento con cui gli uccelli si lisciano le penne col becco, pratica che può costituire una parte sostanziale della routine quotidiana di una calopsitta.
Riproduzione
Le calopsite sono uccelli monogami e creano un legame con il compagno fin da subito; i pappagalli che formano una coppia rimangono insieme e sono fedeli l’uno all’altra per tutto l’anno. Grazie a questo legame, le calopsite hanno la possibilità di procedere immediatamente all’accoppiamento senza sprecare energie per trovare un compagno adatto.
Prima dell’inizio dell’accoppiamento, ci sono diversi comportamenti ritualistici che vengono esibiti da entrambi i sessi. La vocalizzazione svolge un ruolo importante nella comunicazione che riguarda l’accoppiamento: le femmine emettono pigolii soffocati mentre tengono le penne della coda erette, per indicare la disponibilità ad accoppiarsi, mentre i maschi sono molto più aggressivi nelle loro vocalizzazioni, producendo richiami specifici per lo scopo, chiamati serenate.
I maschi accompagnano queste serenate con una varietà di comportamenti fisici, tra cui il camminare impettiti, tenere le ali distese e lontane dal corpo e il rapido martellare del becco per attirare l’attenzione. Uno dei comportamenti osservati nel maschio di calopsitta appena prima dell’accoppiamento è il suo osservare la cavità del nido. I maschi ispezionano la cavità del nido prima che le femmine entrino, in modo da assicurarsi che non vi siano minacce, e spesso i maschi saltano ripetutamente dentro e fuori per comunicare che è sicuro.
La riproduzione della calopsitta è legata ai cambiamenti climatici, il più importante dei quali è la è la piovosità; le grandi piogge primaverili assicurano un approvvigionamento alimentare abbondante e di solito sono seguite dagli accoppiamenti.
Le calopsite creano il nido nelle grandi cavità degli alberi, e di solito una coppia reclama l’intero albero in cui si trova. Vengono preferiti eucalipti morti, a un’altezza di circa 2 metri dal suolo e vicino a una fonte di acqua dolce. Dopo aver trovato una cavità adeguata e dopo che il maschio ha effettuato i dovuti controlli sulla sicurezza, l’accoppiamento può avere inizio.
Le femmine depongono le uova quattro giorni dopo la nidificazione, la dimensione della covata in media varia da quattro a sette uova, che vengono deposte a giorni alterni. Le femmine di calopsitta hanno la capacità di sostituire le uova perse o rotte deponendone altre; di conseguenza se la disponibilità di cibo lo permette, le femmine possono continuare a deporre le uova finché la covata non raggiunge le dimensioni adeguate.
Le uova vengono covate per un periodo di 17-23 giorni e i pulli diventano indipendenti e lasciano il nido dopo cinque settimane, anche se la maturità sessuale non viene raggiunta fino a 13 mesi di età dai maschi e 18 mesi dalle femmine.
Entrambi i genitori condividono la responsabilità nella cova e nella crescita dei pulli; i maschi covano le uova dalla mattina presto fino al tardo pomeriggio, mentre le femmine covano per tutta la notte.
Quando le uova si schiudono ed escono i pulcini, entrambi i genitori si occupano del loro nutrimento, che di solito inizia dopo due ore dalla schiusa delle uova. Raramente le calopsite abbandonano i pulli; studi effettuati in cattività hanno riportato che molti di questi pappagalli non avrebbero lasciato il nido a meno che non fossero stati rimossi fisicamente dai ricercatori.
Conservazione
L’aspettativa di vita media per una calopsitta che vive allo stato selvatico è di 10-14 anni.
Gli uccelli rapaci australiani sono i principali predatori delle calopsite, cacciandole per lo più dall’alto, mentre stanno foraggiando. Le uniche difese che la calopsitta possiede contro i predatori sono la sua colorazione, che le permette di mimetizzarsi col terreno, e la sua alta velocità durante il volo.
Le calopsite usano forti e acute vocalizzazioni per comunicare al resto dello stormo la presenza di minacce e, in circostanze estreme, possono colpire con forza sfruttando il loro becco affilato e gli sviluppati muscoli della mascella. Il morso è però solo l’ultima risorsa a cui ricorrono le calopsiti, per esempio durante la nidificazione, nel caso in cui un predatore si avvicini troppo al nido.
Questi pappagalli si trovano lungo gran parte del continente australiano e i loro habitat sono densamente popolati, per questo la popolazione globale non è mai stata quantificata e la specie non è al momento considerata in pericolo.
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