Tutto sulle Farfalle e le Falene
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Sottoregno: Eumetazoa
- Superphylum: Protostomia
- Phylum: Arthropoda
- Subphylum: Tracheata
- Superclasse: Hexapoda
- Classe: Insecta
- Sottoclasse: Pterygota
- Coorte: Endopterygota
- Superordine: Oligoneoptera
- Sezione: Panorpoidea
- Ordine: Lepidoptera
Le farfalle, insieme alle falene, appartengono all’ordine dei lepidotteri. Le prime ottengono la maggior parte della nostra attenzione perché sono vistose e volano di giorno, le seconde sono per lo più appariscenti creature della notte e passano quasi inosservate.
I lepidotteri sono un grande ordine di insetti, secondo solo ai coleotteri nel numero di specie descritte finora dagli entomologi. I fossili mostrano che alcune specie di farfalle esistono da almeno 50 milioni di anni. I lepidotteri abitano quasi tutte le regioni del mondo, incluso l’Artico. Ci sono circa 17.500 specie di farfalle e 160.000 specie di falene in tutto il mondo.
Farfalle e falene sono un’importante fonte di cibo per altri animali, ma sono anche insetti impollinatori, in quanto diffondono il polline durante lo spostamento di fiore in fiore. Hanno però anche dei lati negativi, i bruchi di alcune specie di falene distruttive minacciano continuamente l’esistenza di alcuni dei nostri alberi preferiti, altri invece arrecano notevoli danni ai raccolti annuali.
Le falene variano nel formato dalla piccola falena Nepticulidae, che ha un’apertura alare di circa 0,15 centimetri, alla strabiliante falena cobra (Attacus atlas) del sud-est asiatico, con un’apertura alare di ben 30 centimetri.
Le aperture alari delle farfalle vanno dai 1,6 centimetri della farfalla pigmeo blu (Brephidium exilis), che si trova nel sud degli Stati Uniti, ai 30 centimetri delle specie di farfalla della regina Alessandra (Ornithoptera alexandrae), che vivono nella foresta pluviale di Papua, in Nuova Guinea.
Differenze tra farfalle e falene
Quai sono le differenze tra farfalle e falene? Per l’occhio inesperto questi due insetti sembrano molto simili, ma si possono imparare rapidamente le differenze e, a colpo d’occhio, distinguere tra una farfalla e una falena. Esistono delle eccezioni, ma sono relativamente poche e si può contare sulle seguenti caratteristiche per avere una valutazione affidabile nella maggior parte dei casi.
- Quasi tutte le farfalle sono attive durante il giorno, mentre quasi tutte le falene sono notturne.
- Mentre riposa, la farfalla tiene le ali in posizione verticale e unite. Quasi tutte le falene tengono le ali lungo i lati o piegate insieme sopra il loro corpo.
- Quasi tutte le farfalle hanno colori splendenti. La falena ha spesso, ma non sempre, colori poco vivaci: marrone, grigio, nero o una combinazione di questi. Le sue ali possiedono spesso un pattern mimetico molto efficiente, che la rende quasi invisibile durante il giorno.
- Le antenne delle farfalle hanno la forma di una mazza da golf: un’asta con una sporgenza più grossa alla fine. Quelle delle falene invece sono simili ad un pettine, pelose o filiformi, ma mai con la forma di una mazza.
- Il corpo delle farfalle è generalmente liscio alla vista e snello, mentre quello di una falena è paffuto e peloso.
Il corpo dei lepidotteri si divide in tre parti principali: la testa, il torace e l’addome.
Gli occhi sono grandi, ovali e composti, ovvero sono costituiti da centinaia di fotorecettori individuali. Sono in grado di vedere in ogni direzione contemporaneamente e lo spettro di colori che possono percepire va ben oltre quello umano. Due antenne sono posizionate sopra la testa, vengono utilizzate per il senso del tatto, ma contengono anche organi olfattivi che aiutano la ricerca del cibo. La ragione per cui la punta delle antenne delle farfalle ha la forma di una mazza è sconosciuta, ma potrebbe avere a che fare con l’orientamento.
LE FARFALLE DELLA CAMPAGNA di Eliana Ferioli
Una guida che si occupa in particolare delle farfalle della campagna: prati,campi, giardini, orti, frutteti, siepi, filari di alberi e residui boschi di pianura e collina sono, infatti, gli ambienti che queste splendide creature prediligono. Questo manuale presenta le specie più comuni e qualche rarità. Di tutte racconta come sono fatte, dove e come vivono, a quali piante sono legate: tutti gli elementi utili per conoscerle e riconoscerle. Non manca, infine, un approfondimento dedicato a segreti e tecniche necessari a fotografare queste belle creature alate. Oltre 360 immagini accompagnano piccoli e grandi lettori in una “caccia” naturalistica con l’intento di rendere pratica abituale il riconoscimento e la tutela delle farfalle nei diversi habitat della campagna.
La loro bocca si trova in mezzo agli occhi. La lingua, o proboscide, ha la forma e la funzione di una cannuccia, il che limita la loro dieta ai soli liquidi. Quando non è utilizzata viene tenuta arrotolata sotto la bocca e la sua lunghezza determina da quali fiori si nutrono. Alcune falene non hanno un apparato boccale funzionante e non si nutrono affatto una volta adulti.
Come tutti gli insetti, anche farfalle e falene hanno sei arti, attaccati nella parte inferiore del torace. In alcune famiglie di farfalle il paio di zampe anteriori non è funzionante. Tutte le zampe sono snodate e possiedono dei piedi artigliati, utilizzati per arrampicarsi. I piedi contengono sensori tattili.
L’addome è lungo e contiene il cuore, l’apparato digerente, l’apparato respiratorio e gli organi sessuali. I lepidotteri respirano assorbendo l’ossigeno attraverso aperture chiamate spiracoli, situati sui lati dell’addome.
La caratteristica più evidente di farfalle e falene sono le ali, grandi e coperte da milioni di scaglie sovrapposte, responsabili della colorazione. Basta toccarle leggermente perché vengano via come se fossero polvere fine, esponendo la trasparente ala sottostante. A volte anche il corpo ha delle scaglie. Le farfalle hanno un’ampia gamma di colori vivaci, mentre le falene hanno colori molto meno saturi e pattern mimetici contro i predatori.
Le ali sono molto sottili e delicate, tuttavia sono percorse da una rete di vene rigide che fornisce supporto strutturale. Possono battere da 8 a 12 volte al secondo e sono in grado di far percorrere ad alcune farfalle centinaia di chilometri prima di usurarsi. La vanessa del cardo (Vanessa cardui) è stata segnalata per la capacità di volare per più di 900 km prima di fermarsi a riposare. Per quanto riguarda la velocità, la farfalla monarca (Danaus plexippus) vola a circa 20 km/h, mentre l’esemplare più veloce è in grado di volare a 60 km/h. I lepidotteri sono in grado di volare a grandi altitudini, alcuni possono raggiungere i 3000 metri!
I lepidotteri sono animali a sangue freddo, cioè assorbono il calore di cui hanno bisogno dall’ambiente circostante. I muscoli delle ali devono essere caldi per funzionare, ma non possono generare il calore da soli, questo è il motivo per cui di mattina vedete le farfalle sedute con le ali aperte orizzontalmente. Se il giorno non è sufficientemente caldo, iniziano a tremare per contribuire alla generazione di calore corporeo. Se è troppo freddo, nuvoloso, ventoso o piovoso, non volano affatto.
La maggior parte delle falene volano di notte per sfuggire alla predazione da parte degli uccelli, il che significa che non possono usare il sole per riscaldare le loro ali. Per ovviare a questo problema fanno vibrare le ali in modo da generare calore, aiutate dal fatto di avere uno strato più spesso di scaglie (motivo per cui sembrano pelose). In un certo senso è come se indossassero un cappotto.
Habitat
Durante il giorno le farfalle possono essere viste ovunque ci siano dei fiori. Quando invece si riposano, sia di giorno che di notte, i lepidotteri si infilano in luoghi riparati chiamati posatoi, come fessure in pile roccia, cataste di legna, corteccia d’albero o una piccola crepa tra una porta e la sua cornice. Spesso pendono semplicemente dalla parte inferiore delle foglie.
La colorazione delle falene le rende così ben mimetizzate che è difficile trovarle durante il giorno. Molte semplicemente rimangono aggrappate ad un tronco d’albero o giacciono sulla superficie di una foglia. Alcune possono essere trovate aggrappate alle pareti delle case. Ovunque vadano a riposare, saranno probabilmente camuffate da uno sfondo di colore simile a loro.
Comportamento
Come comunicano tra loro i lepidotteri? Per comunicare tra loro, questi animali hanno diversi metodi: colori, feromoni e azioni fisiche (come modelli di volo e posture). In alcuni casi, anche suoni. Ad esempio, i maschi di una specie di farfalle del Sud America producono dei suoni secchi (come un click) con le loro ali durante le dispute territoriali, mentre il maschio della falena Ostrinia furnacalis emette un “bip” ad ultrasuoni durante il corteggiamento.
In inverno, alcune farfalle e falene vivono come bruchi o crisalidi in uno stato di dormienza noto come diapausa. Altre migrano verso un clima più caldo. In primavera, quando la temperatura raggiunge circa 15°C, farfalle e falene fanno la loro comparsa e trascorrono l’estate mangiando e riproducendosi.
Alimentazione
Alcuni lepidotteri sorseggiano il nettare, mentre altri la linfa. Altri ancora preferiscono i succhi in fermentazione della frutta marcescente, gli escrementi degli uccelli o il letame. Alcune farfalle e falene sono state anche viste sorseggiare da pozzanghere di fango, si suppone che stessero assimilando sostanze nutritive. Anche depressioni poco profonde dove si sono accumulate rugiada o pioggia sono frequentate da questi insetti. Esistono alcune falene che una volta adulte cessano completamente di nutrirsi.
Ciclo vitale
I lepidotteri sono soggetti ad una metamorfosi completa: questo significa che ogni generazione si sviluppa attraverso quattro fasi: uovo, larva, crisalide e adulto.
Gli esemplari adulti si trovano l’un l’altro attraverso la colorazione delle ali (alcuni utilizzando la capacità di vedere le scaglie ultraviolette sulle ali), i feromoni e i suoni.
L’accoppiamento avviene a terra o in aria. I loro organi sessuali si trovano alla fine dell’addome. Si accoppiano unendo le due estremità e possono rimanere congiunti da alcuni minuti fino a delle ore, a seconda della specie.
I giovani escono da un uovo deposto dalla madre sulle foglie di una pianta ospite. Qualunque pianta venga scelta come ospite, sarà quella di cui i giovani si nutriranno, addirittura le larve moriranno di fame piuttosto che mangiare dalla pianta sbagliata.
Come decidono quale pianta sia quella giusta? Attraverso il gusto, quando le femmine atterrano su una foglia possono assaggiarla con i sensori del gusto presenti nei piedi. Se una femmina che si è già accoppiata non riesce a trovare una pianta ospite, conserva le uova fino a quando ne trova una, anche se le falene tendono ad essere meno esigenti delle farfalle.
Tutti i lepidotteri sono erbivori, con la sola eccezione delle larve della farfalla Feniseca tarquinius che mangia afidi lanosi.
Stadio larvale
Le larve, o bruchi, sono lente e hanno lunghi corpi segmentati. Hanno un cervello e un cuore ma non gli occhi: possiedono invece sei recettori di luce, chiamati ocelli, sulla testa. Sono provviste di antenne per aiutarsi a percepire il cibo. Respirano attraverso spiracoli, ovvero delle aperture poste lungo i lati.
La maggior parte dei bruchi sono dotati di zampe, il cui numero varia con la specie, ma in genere si tratta di tre paia di vere zampe e cinque paia di pseudozampe. Le vere zampe hanno articolazioni e si trovano sul torace, sono gli arti che successivamente diventeranno le zampe della farfalla o falena adulta. Le pseudozampe sono invece solo temporanee: sono carnose e tozze, concepite per afferrare steli e foglie e per aiutare il movimento della larva.
L’unico scopo delle larve è quello di mangiare e aumentare la massa corporea. Di solito iniziano mangiando il guscio delle loro uova, dopodiché cominciano a mangiare le foglie e talvolta i fiori della pianta ospite. Saranno presenti solo poche larve per pianta, poiché la loro madre non metterà “tutte le uova nello stesso paniere”, come dice il proverbio. Le uova saranno invece distribuite poche per pianta, in modo da aumentare le probabilità che almeno alcuni sopravvivano se una qualsiasi pianta dovesse ritrovarsi sotto l’attacco di un predatore. Questo comportamento assicura anche ci siano abbastanza foglie per alimentare le larve.
È importante cercare di identificare un bruco prima di staccarlo da una pianta. Se lasciato in piace sarebbe potuto diventare una farfalla monarca o una delle falene sfinge che assomigliano e volano come i colibrì.
Molte larve non sopravvivono abbastanza a lungo da passare alla prossima fase della loro vita. Come disse Daniel H. Janzen, professore di biologia presso l’Università della Pennsylvania, “I bruchi sono cibo per quasi tutti i carnivori, ciò significa uccelli, mammiferi, ragni e scarafaggi. Ognuno di essi mangia bruchi, sono una sorta di hamburger nel mondo.”
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Poiché la loro vita è irta di pericoli, molte specie sono provviste di meccanismi di difesa. Alcuni hanno pattern di colori vicino alla loro estremità posteriore che sembrano occhi, così da “fissare” e spaventare i predatori più timidi. Altri sono colorati in modo da mimetizzarsi con la pianta ospite. Altri ancora hanno setole spinose o peli che irritano tutto ciò che le sfiora (tra cui la pelle di un essere umano). Il bruco della falena Sibine stimulea ha dei peli spinati che secernono un veleno quando vengono toccati. Alcune altre larve sputano un succo acido o emanano un odore offensivo. Ci sono anche le larve in Sud America che hanno ghiandole velenifere. Altre invece, come il monarca, vengono lasciati soli poiché le piante di cui si nutrono li rendono sgradevoli al gusto o addirittura tossici.
Generalmente le larve mangiano quasi costantemente per un periodo che varia da due settimane a un mese. Durante la fase di nutrimento crescono ad un ritmo incredibilmente veloce, più di qualsiasi altro animale nel mondo. La larva di sfinge del tabacco (Anduca sexta), per esempio, cresce fino a diventare 10.000 volte più grande entro circa 20 giorni.
La pelle delle larve si allunga per adattarsi alla crescita del corpo, ma ha il suo limite. Quando questo viene raggiunto le larve lasciano che la pelle si stacchi, strisciando poi fuori con indosso la nuova pelle, che porteranno fino al limite successivo. A seconda della specie, le larve cambiano pelle fino a quattro o cinque volte, la nuova cuticola prende il nome di muta. Quando le uova si schiudono per la prima volta, da esse escono piccoli bruchi a cui ci si riferisce come “prima muta”. Dopo che hanno cambiato pelle per la prima volta diventano una “seconda muta,” e così via.
Quando una sostanza chimica cerebrale chiamata “ormone giovanile” raggiunge un certo livello, le larve subiscono la loro muta finale ed espellono tutto il contenuto del loro apparato digerente. A questo punto, lasciano la loro pianta ospite e cercano un posto sicuro adatto a trascorrere la prossima fase della metamorfosi. Le falene di solito vanno sotto terra o sotto un letto di foglie, le farfalle invece si fissano a testa in giù con una cintura di seta a qualcosa come un ramoscello, una foglia o una recinzione. Una volta che trovano il posto giusto, le larve si appropinquano a diventare crisalidi.
Crisalide
La pelle esterna delle larve di farfalla si indurisce per formare una camera all’interno della quale avviene la trasformazione da bruco a farfalla adulta. La larva all’interno si stacca dalle pareti e prende il nome di pupa o crisalide (le due parole sono sinonimi). Sigillata dentro questa camera, ma distinta da essa, la crisalide può finalmente riposarsi un po’. Il suo corpo da bruco si liquefa quasi interamente, diventando quello che alcuni scienziati chiamano una “minestra nutriente” di cellule pre-programmate che erano rimaste dormienti dentro il bruco. Durante questa fase si creano e attivano le varie parti del corpo: ali, zampe, occhi, ecc.
Le falene attraversano lo stesso processo di nutrizione e muta, ma quando arriva il momento di trasformarsi in crisalide, o racchiudono se stessi in un bozzolo che filano attraverso delle speciali ghiandole della seta, o giacciono “nudi” nel terreno o sotto dei cumuli di foglie, dove la loro pelle esterna si indurisce in un guscio protettivo. A volte le falene aggiungono pezzetti di erba, rami, foglie o dei loro peli al di fuori del bozzolo, altre volte invece lo avvolgono con una foglia intera.
Alcune larve sia di farfalla che di falena impiegano un anno per completare il loro ciclo vitale, da uovo ad adulto, la maggior parte però concludono il ciclo in sole 2-4 settimane. Al termine di questo ciclo l’involucro della crisalide si rompe, e ne esce un lepidottero completamente sviluppato e sessualmente maturo.
Stadio adulto
L’addome del lepidottero che ha appena raggiunto lo stadio adulto, è molto grande e pieno di fluido. Le ali sono tutte bagnate e sgualcite, apparendo assolutamente inutili. E in effetti lo sono. Il lepidottero ovvia a questo problema pompando il liquido conservato nel suo addome nelle ali. Poco a poco l’addome diventa più piccolo mentre le ali si dispiegano e prendono forma, rafforzate e gonfiate dal fluido. Il lepidottero poi le espone al sole per assorbirne il calore e le sbatte per rafforzare il muscolo. Sono momenti di vita o di morte per questi insetti: se qualsiasi cosa, come ad esempio un ramoscello o una foglia impedisse alle ali di prendere la forma corretta, queste saranno inutili. Incapace di volare fino al cibo e alle fonti acqua o lontano dai predatori, il lepidottero morirà in breve tempo.
Infine, quando è il momento giusto,e la sua mente è volta solo al cibo e a trovare un compagno, l’insetto prende il volo come se l’avesse fatto un centinaio di volte prima. Nessuna apparente oscillazione o scontri con tronchi d’albero.
La maggior parte delle specie vive pochi giorni o poche settimane, con una media di circa due settimane. Alcune specie tuttavia vivranno alcuni mesi come adulti.
Predatori
Farfalle e falene sono preda di ragni, vespe e uccelli.
La maggior parte delle farfalle dai colori vivaci sono di cattivo gusto per i predatori. Si ritiene che la loro colorazione si sia evoluta proprio come un avvertimento visivo per i predatori, dicendogli di non toccare, e sembra che funzioni. Il loro gusto sgradevole proviene dai succhi di certe piante ospiti mangiate durante la fase larvale. Un esempio è dato dalla farfalla monarca, le cui larve si nutrono di asclepiade, il cui succo è amaro e leggermente tossico. Da adulti, sono infatti evitati dai predatori che sono a conoscenza di ciò.
Potete trovare un censimento con il numero di specie di farfalle conosciute, divise per ogni famiglia e sottofamiglia, presenti in ognuna delle 5 regioni zoo-geografiche del mondo.
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