Perché il pane bianco sta uccidendo gli uccelli selvatici
Per molte persone, dare da mangiare agli uccelli presso i laghetti e i parchi è un caro ricordo d’infanzia, e spesso cercano di ricrearlo amorevolmente per i loro figli e nipoti. Tragicamente però, migliaia di uccelli muoiono ogni anno a causa di una condizione causata prevalentemente dalle persone che non sanno che questa amata attività può essere mortale.
Cos’è l’ala d’angelo?
Ala d’angelo è il nome di una deformità presente comunemente nelle oche, anatre, cigni e altri uccelli acquatici. Sulla condizione non sono stati effettuati grandi studi scientifici, nonostante ciò la maggior parte degli esperti di uccelli acquatici e fauna selvatica sono d’accordo sul fatto che la più grande causa dell’ala d’angelo sia una dieta malsana a base di proteine e/o carboidrati. Questa malattia fa sì che l’ultima articolazione in una o entrambe le ali, si pieghi in modo innaturale verso l’esterno piuttosto che rimanere disteso lungo il corpo.
Gli uccelli affetti da ala d’angelo sono privati della capacità di volare e di conseguenza del loro metodo principale di difesa. Dal momento che gli uccelli colpiti non sono in grado di sfuggire ai predatori, vengono spesso mutilati o uccisi da essi. Inoltre, quando si sviluppano condizioni atmosferiche pericolose, non sono in grado di volare via per mettersi al riparo, e come conseguenza muoiono di fame o a causa delle lesioni oppure congelano a morte.
Anatre con ala d’angelo – Foto di Cengland0 su Wikipedia
Come fanno gli uccelli a contrarre l’ala d’angelo?
Gli uccelli che hanno maggiore probabilità di contrarre l’ala d’angelo sono quelli che risiedono nei parchi, negli stagni e nelle aree comuni in cui le persone li nutrono con cibo poco salutare. Man mano che crescono, i giovani uccelli che si nutrono di pane bianco e di altre fonti di cibo inadeguate, possono sviluppare condizioni che impediscono alle loro ossa di formarsi normalmente, dando così inizio alla malattia.
Poiché gli uccelli crescono molto più rapidamente degli esseri umani, ogni giorno dell’alimentazione ha un effetto diretto sullo sviluppo. Anche solo un paio di giorni di nutrimento improprio può causare danni irreparabili. Gli studi suggeriscono che nutrire gli uccelli acquatici con una dieta non sana può accelerarne la crescita, facendo sì che l’ala si sviluppi troppo in fretta per poter essere supportata adeguatamente dall’osso.
Cigno affetto da ala d’angelo – Foto di Ian Young
Come si cura l’ala d’angelo?
Il Cape Wildlife Center, un centro di riabilitazione della fauna selvatica con base a Barnstable, gestito da The Fund for Animals, un affiliato di The Humane Society of the United States, tratta circa 2000 animali all’anno, tra cui un numero significativo di oche, cigni e anatre che soffrono di ala d’angelo. La più alta incidenza di ammissione si verifica nel tardo autunno o in inverno, quando gli uccelli colpiti sono abbastanza cresciuti da far sì che la malattia sia pienamente e dolorosamente evidente.
Se i pazienti trattati sono molto giovani la condizione può a volte essere minimizzata immobilizzando e riposizionando l’ala colpita, mentre li si sottopone a una dieta corretta per una crescita ottimale. Non è garantito però un pieno recupero. Per i riabilitatori può essere emotivamente pesante vedere negata agli uccelli la possibilità di una vita piena e produttiva, solo perché la gente non conosce i pericoli del nutrire impropriamente gli uccelli.
Per gli uccelli adulti, questa condizione è quasi sempre una sentenza di morte: vengono colpiti da automobili, uccisi dai predatori, muoiono di carenze nutrizionali o a causa di condizioni atmosferiche estreme. Anche gli uccelli che vengono tratti in salvo e portati in un centro di riabilitazione, morirebbero sicuramente se lasciati liberi. Essi devono essere custoditi in un santuario per il resto della loro vita, ma purtroppo non ce ne sono abbastanza per soddisfare la domanda.
Come posso aiutare?
La diffusione dell’ala d’angelo può essere drasticamente ridotta semplicemente evitando di nutrire gli uccelli con il “cibo delle persone”, tra cui pane bianco, popcorn e cracker. Questo semplice accorgimento può letteralmente salvare vite.
Questo non significa che non si possano piacevolmente nutrire gli uccelli o creare un legame con loro, basta identificare le aree in cui questa attività è supportata e viene offerto del cibo salutare per l’alimentazione degli uccelli acquatici.
Il cibo nutriente per gli uccelli acquatici o gli estrusi per anatre sono economici, facili da trasportare e possono essere acquistati nella maggior parte dei negozi di mangimi. Sono esempi di cibo sano chicchi d’uva senza semi tagliati a metà, cavolo tagliuzzato, bietole svizzere, lattuga romana e cereali, compresi il frumento, l’orzo e l’avena. È bene assicurarsi che qualsiasi cibo gli si fornisca sia delle dimensioni di un morso, al fine di evitare rischi di soffocamento.
Nutrire gli uccelli selvatici con una dieta corretta conserva una tradizione di famiglia preziosa, e al tempo stesso si insegna ai bambini l’importanza di fare scelte che rafforzano, piuttosto che indebolire, il legame uomo-animale. In questo modo si avranno generazioni future di persone che riconosceranno la necessità di una convivenza responsabile con la fauna selvatica.