Una delle più grandi minacce per gli uccelli selvatici sono i gatti
I gatti domestici sono fantastici compagni per molte persone e meritano una vita sicura e felice; contrariamente al pensiero comune però, lasciando i gatti liberi di girare all’esterno non facciamo loro un favore. L’ambiente al di fuori delle mura domestiche ospita molti pericoli per i gatti ed essi stessi rappresentano una grave minaccia per la fauna selvatica.
A questo punto molti contesteranno: “Ma il gatto deve essere libero e poi cacciare e uccidere un uccellino fa parte della natura!”
NO. Il gatto domestico che uccide un animale selvatico NON fa parte della natura.
C’è una grandissima differenza tra un animale selvatico predatore che fa parte di un ecosistema naturale e un animale domestico che rappresenta l’estensione della società umana e che viene protetto e agevolato da essa.
Tieni presente inoltre che quando un gatto uccide un uccellino o un altro animale selvatico non lo fa per necessità né per nutrirsi, ma per puro istinto, come ci spiegano gli studi The interaction of hunger and preying in the domestic cat (Felis catus) e The development of predatory aggression and defense in the domestic cat (Felis catus).
I gatti hanno contribuito al declino e addirittura all’estinzione di molte specie di uccelli e molti piccoli mammiferi in tutto il mondo, specialmente sulle isole. Gli scienziati hanno stimato che ogni anno i gatti in libera circolazione uccidono centinaia di milioni di uccelli nativi e piccoli mammiferi, anfibi e rettili, incluse specie la cui conservazione è a rischio.
I gatti sono ad oggi considerati una seria e diffusa minaccia alle popolazioni di animali selvatici e agli ecosistemi naturali.
L’impatto dei gatti sulla fauna selvatica
L’impatto dei gatti sulla fauna selvatica
Uno studio archeologico pubblicato da Nature Ecology & Evolution, ci spiega come il rapporto tra uomo e gatto sia nato diverse migliaia di anni fa in ambienti agricoli, dove topi e ratti erano attratti dai prodotti coltivati: i gatti hanno probabilmente seguito le popolazioni di roditori e successivamente si sono avvicinati agli insediamenti umani. I più antichi antenati dei gatti domestici di oggi si sono diffusi dall’Asia sud-occidentale e in Europa già nel 4400 a.C.
“Questo è probabilmente il modo in cui si è verificato il primo incontro tra uomo e gatto”, afferma il coautore dello studio Claudio Ottoni dell’Università di Leuven. “Non è che gli umani hanno preso alcuni gatti e li hanno messi dentro delle gabbie”, dice. Piuttosto, le persone hanno sostanzialmente permesso ai gatti di addomesticarsi.
Una seconda discendenza, formata da gatti africani che dominavano l’Egitto, si diffuse nel Mediterraneo e gran parte del Vecchio Mondo a partire dal 1500 a.C. Probabilmente questo gatto egiziano aveva comportamenti che lo facevano apprezzare dagli esseri umani, come la socievolezza e la docilità. I risultati delle ricerche suggeriscono che le antiche popolazioni umane probabilmente iniziarono a trasportare i loro gatti lungo antiche rotte commerciali terrestri e marittime per tenere sotto controllo i roditori.
Come è nato il rapporto tra uomini e gatti
Il rapporto tra uomini e gatti come ben sappiamo è molto mutato da allora, questi felini sono infatti passati dall’essere meri strumenti di controllo all’essere gli animali da compagnia più diffusi al mondo. Nel 2013 Ecology Global Network ha stimato la popolazione mondiale di gatti domestici in ben 600 milioni di esemplari e quella di gatti randagi in 100 milioni!
Questi numeri ci fanno capire come i gatti si siano diffusi molto più di quanto non avrebbero fatto naturalmente senza l’influenza dell’uomo, causando un enorme squilibrio tra il numero di prede e predatori. Oltre a ciò bisogna aggiungere che gli odierni gatti domestici non sono gli stessi gatti selvatici di qualche migliaio di anni fa, ma si sono evoluti tramite selezione artificiale e la fauna selvatica non ha potuto evolvere dei meccanismi di difesa adatti ad affrontare la perfetta macchina killer che è questo felino.
I gatti non uccidono solo cacciando, ma anche indirettamente diffondendo malattie mortali come la rabbia e la toxoplasmosi.
Come detto a inizio articolo, i gatti sono stati la causa dell’estinzione o del declino di molte specie di uccelli, la maggior parte delle quali sono uccelli canori, pappagalli e uccelli acquatici che nidificano a terra. Per dare un’idea della portata del danno riporto la tabella, apparsa nello studio A global review of the impacts of invasive cats on island effettuato nel 2011 da Global Change Biology, con la lista delle specie estinte a causa dei gatti sulle isole, dove il loro impatto è maggiore.
Specie estinte a causa dei gatti randagi nelle isole |
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ORDINE | SPECIE | ISOLA | PAESE |
Rettili | Leiocephalus eremitus | Navassa | Indie Occidentali, USA |
Podarcis sicula sanctistephani | San Stephano | Italia | |
Uccelli | Anthornis melanocephala | Mangere | Nuova Zelanda |
Bowdleria rufescens | Mangere | Nuova Zelanda | |
Cabalus modestus | Mangere | Nuova Zelanda | |
Caracara lutosa | Guadalupe | Messico | |
Chaunoproctus ferreorostris | Peel | Giappone | |
Coenocorypha barrierensis | Little Barrier | Nuova Zelanda | |
Stewart | Nuova Zelanda | ||
Herekopare | Nuova Zelanda | ||
Colaptes auratus rufipileus | Guadalupe | Messico | |
Corvus hawaiensis | Hawaii | Hawaii, USA | |
Cyanoramphus novaezelandiae erythrotis | Macquarie | Australia | |
Microgoura meeki | Choiseul | Isole Solomon | |
Pipilio maculates consobrinus | Guadalupe | Messico | |
Porzana sandwichensis | Hawaii | Hawaii, USA | |
Pterodroma cervicalis cervicalis | Raoul | Nuova Zelanda | |
Regulus calendula obscurus | Guadalupe | Messico | |
Sceloglaux albifacies | Stewart | Nuova Zelanda | |
Sephanoides fernandesis leyboldi | Alejandro Selkirk | Cile | |
Thryomanes bewickii brevicauda | Guadalupe | Messico | |
Traversia lyalli | Stephens | Nuova Zelanda | |
Turnagra capensis minor | Stephens | Nuova Zelanda | |
Xenicus longipes | Stephens | Nuova Zelanda | |
Kapiti | Nuova Zelanda | ||
Zenaida graysoni | Socorro | Messico | |
Zoothera terrestris | Peel | Giappone | |
Mammiferi | Chaetodipus baileyi fornicatus | Dirk Hartog | Australia |
Geocapromys thoracatus | Little Swan | Honduras | |
Nesoryzomys darwini | Santa Cruz | Galàpagos, Ecuador | |
Nesoryzomys indefessus | Santa Cruz | Galàpagos, Ecuador | |
Baltra | Galàpagos, Ecuador | ||
Oryzomys galapagoensis galapagoensis | San Cristòbal | Galàpagos, Ecuador | |
Oryzomis nelson | Marìa Madre | Messico | |
Peromyscus guardia harbinsoni | Granito | Messico | |
Peromyscus guardia mejiae | Mejìa | Messico | |
Peromyscus maniculatus cineritius | San Roque | Messico |
Questo non vuole essere ovviamente un attacco ai gatti o una loro discriminazione, a noi tutti piacciono questi eleganti felini. Bisogna però guardare il quadro generale: gli uccelli non si limitano a cinguettare e mostrare il loro bel piumaggio, essi impollinano le piante, spargono semi e tengono sotto controllo il numero degli insetti; gli uccelli sono la colla che lega insieme ecosistemi sani.
Un altro buon motivo per tenere in casa i gatti domestici
Proteggere la biodiversità non è l’unica ragione per cui tenere i propri gatti domestici in casa è una buona idea, poiché come essi rappresentano una minaccia per la fauna selvatica, l’ambiente stesso rappresenta una minaccia per loro. Per quanto riguarda i gatti randagi invece, anche se molti di essi possono sembrare sani o felici, conducono vite difficili con alti tassi di mortalità a causa della competizione con altri gatti, della predazione (dipende dall’area) e della trasmissione di malattie.
Lista dei pericoli per i gatti fuori dalle mura domestiche
- Avvelenamento: sia involontario come l’ingestione di ratticida, sia volontariamente causato con esche avvelenate)
- Furto: non è certo un mistero che gli animali domestici incustoditi (ma anche custoditi) vengano rubati di continuo
- Rimanere intrappolato: non è da escludere la possibilità che un gatto rimanga intrappolato in qualche struttura artificiale abbandonata o no e che non riesca a liberarsi
- Essere investito: non sono solo i ricci e i piccioni ad attraversare pericolosamente la strada e, nei casi più sfortunati, perdere la vita
- Filaria del gatto: è una malattia veicolata dalle zanzare che comporta la presenza di larve del parassita Dirofilaria immitis le quali provocano disturbi cardiaci e respiratori
- Attacchi di animali: possono verificarsi da parte di cani o, a seconda della zona, anche animali predatori
- Combattimenti tra gatti: i maschi possono per esempio lottare per il diritto di accoppiamento e ferirsi gravemente l’un l’altro, a volte anche mortalmente
- Perdersi: spesso i gatti riescono a ritrovare la via di casa, ma sono noti anche casi in cui il gatto si è perso
- Leucemia felina: malattia virale piuttosto frequente nei gatti che può essere contratta attraverso la saliva di un esemplare infetto
- Surriscaldamento e ipotermia: le temperature estreme possono essere fatali per i gatti tanto quanto per l’uomo
- Parassiti interni ed esterni: la possibilità che un gatto si prenda un parassita è sempre dietro l’angolo, sia esso esterno come la pulce e la zecca o interno come la tenia
- Aids felino: si chiama sindrom
Come si risolve il problema dei gatti?
Gatti randagi
Nel trattato accademico chiamato Cat Wars: The Devastating Consequences of a Cuddly Killer pubblicato nel 2016, Peter P. Marra (capo del Smithsonian Migratory Bird Center) dichiara che è giunto il momento di un’azione drastica per risolvere il problema dei gatti randagi: uno sforzo concertato a livello nazionale per liberare il territorio dai gatti. Questo sforzo richiederà però una scelta difficile: l’uccisione mirata dei felini. “A nessuno piace l’idea di uccidere i gatti”, conclude Marra nel suo libro. “Ma a volte è necessario.”
Ci sono ovviamente pareri discordanti in merito ad una soluzione così drastica, per molti anni si è ricorso all’intrappolamento, sterilizzazione e rilascio dei gatti randagi (in inglese TNR – Trap-Neuter-Return), così da permettere loro di condurre la propria vita ma senza riprodursi. Non vi sono però prove che questo metodo sia efficace nel lungo termine e molti ecologisti affermano che non funzioni affatto.
Il problema è che, affinché il TNR abbia successo in grandi popolazioni, almeno il 75% dei gatti in una colonia deve essere sterilizzato e questo accade raramente. I proprietari di animali domestici negligenti continuano ad abbandonare i gatti domestici, che poi si uniscono alle colonie esistenti. Come per gli sforzi per vaccinare le scuole, bastano poche persone negligenti per minare un intero programma di TNR.
In Australia, dove i gatti randagi coprono il 99,8% del territorio con una densità di un gatto ogni 4 km2, sono state prese in considerazione misure molto drastiche: l’Australia mira infatti a uccidere due milioni di gatti randagi entro il 2020 usando “robot, laser, e veleno“, mentre la Nuova Zelanda ha perpetrato a lungo la guerra contro i gatti utilizzando opossum, ermellini e donnole nel tentativo di salvare i suoi amati uccelli.
Queste misure potrebbero sembrare estreme, ma bisogna considerare che l’Australia è l’unico continente al mondo (a parte l’Antartide) i cui animali si sono evoluti senza i gatti, ragion per cui la fauna selvatica è così vulnerabile ad essi.
Gatti domestici
La soluzione migliore e più sicura è quella di tenere i gatti dentro le mura di casa, su questo non c’è nessun dubbio. Si può inoltre contribuire alla causa di ridurre il numero di gatti (sia domestici che selvatici) preferendo l’adozione all’acquisto e anche ricorrendo alla sterilizzazione: non c’è assolutamente nessun motivo per far nascere dei nuovi gattini a meno che tu non sia un allevatore.
Se proprio non puoi fare a meno di lasciar gironzolare il tuo gatto per il quartiere, dovresti almeno fare in modo che gli uccelli e gli altri animali possano accorgersi della sua presenza più facilmente e quindi non cadere vittime dei suoi artigli. Le campanelline attaccate al collare sembrano purtroppo non essere una soluzione ideale in quanto gli uccelli non ne associano il suono alla presenza di una minaccia, quello che invece puoi fare è usare un collare colorato.
A questo ha pensato BirdsBeSafe®, un’organizzazione statunitense senza scopo di lucro dedicata alla conservazione della natura, il cui collare viene consigliato anche dalla National Audubon Society. Questi collari colorati, completamente sicuri e non fastidiosi per il gatto, rendono il felino molto facile da notare per gli uccelli che possono volare via al riparo. Studi hanno dimostrato una riduzione dell’87% degli uccelli catturati!
Purtroppo non vi sono negozi fisici in Italia al momento, ma è possibile ordinare il collare BirdsBeSafe® online cliccando qui.